19.2.05

la proprietà

Si.Mo.Ve. é un nuovo modo di interpretare l’auto, come strumento di utilità prima e solo dopo, molto dopo, come status symbol.
Questo perchè nel tempo di qualche anno, forse una diecina, il panorama del parco auto sarebbe rivoluzionato e circolare con una vettura del tipo degli attuali suv o delle attuali sportive più o meno estreme sarebbe pressocchè impossibile.

Solo il modulo centrale potrebbe continuare la gestione tradizionale dell’auto di proprietà e il proprietario (effettivo, in leasing, affitto….) entrerebbe sempre nella “sua” auto, dove ha lasciato l’agenda, dove ha i suoi cd, dove ha dimenticato le chiavi della casa di montagna… insomma non sarebbe come cambiare auto ogni volta.

I moduli anteriore e postreriore sarebbero invece delle protesi necessarie a rendere possibile il movimento, ma difficilmente saranno di proprietà di un privato.
Molto più probabilmente saranno di proprietà delle stesse aziende costruttrici, o di consorzi di consumatori, o di amministrazioni pubbliche del territorio, o di banche ed assicurazioni, o di produttori di energia di questo o quel tipo...

L'utilizzatore non sceglierà la "marca" o la "versione" o il "colore" del modulo anteriore che sta per essere collegato al suo modulo centrale ma soltanto, in funzione della sua taglia, il tipo di energia che il modulo dovrà utilizzare.

Così l'utente potrebbe ritrovarsi a guidare il suo modulo centrale - di un bel colore metallizato, con i finestrini fumè ed un elegante interno - con appiccicato davanti un modulo elettrico di proprietà di una azienda municipalizzata e con i colori di uno sponsor produtore di caramelle, anche un po' ammaccato e vecchio di sette anni (però perfettamente efficiente) e con appiccicato dietro on modulo accumulatore, nuovo di zecca e tutto nero, di proprietà dell'azienda che lo produce.

L'utente pagherà solamente l'utilizzo dei moduli anteriore e posteriore.

I moduli "esterni" (anteriore e posteriore) potrebbero essere omologati per l’utilizzo a seconda delle aree di utilizzo, così, per esempio, i moduli “da città” potrebbero essere tutti autolimitati nella velocità, o potrebbero essere dotati di ricevitori cellulari che ricevono “messaggini” sul limite di velocità di questa o quella area, ne danno comunicazione con un display e/o un sintetizzatore vocale e dopo x secondi rendono efficace ed efficiente il limite sulla vettura.
Insomma, i modi di utilizzare questa modularità possono essere tanti ed i limiti eventuali si potrebbero scoprire solo dopo parecchio tempo.
Resta il fatto che un prototipo funzionante, magari con un sistema di mutazione primitivo e troppo laborioso, impensabile per un uso su larga scala, sarebbe comunque costruibile ed utilizzabile immediatamente ed io credo che esposto al pubblico ed ai politici avrebbe un impatto notevole!




Un sindaco decide che nella sua città si circola solo elettrici, destina le aree per i PitStop, concede le licenze, si costruisce per 2 anni… il sindaco emana l’ordinanza: 3 anni per adeguarsi, dopo 1 anno invece di pari e dispari a domeniche alterne solo elettriche di domenica, dopo 2 anni a settimane alterne, dopo 3 anni solo elettriche!
Nel frattempo quello che c’è del vecchio parco auto diminuisce gradualmente, ma solo in città.

Se un’azienda sviluppa un modulo ad idrogeno… io posso provarlo, vado al pitStop, me lo aggancio e pago per quanto lo utilizzo. Non è necessario che mi comperi un’auto ad idrogeno!
E se un’azienda sviluppa un modulo a condensatori? anche.
E se… ibrido benzina/elettricità o condensatori e nafta o…. atomo/idrogeno/kerosene! uguale.
Le aziende non devono fare tutta l’auto, ma solo i moduli.
L'utente non deve comperare tutta l’auto, ma solo l'utilizzo dei moduli.
E quando voglio rifare la tappezzeria dell’auto, levarmi quel velluto ormai lucido e farmi una poltrona in pelle… cambio solo il modulo centrale, ne compero o ne affitto uno prodotto da Frau e via.